Dobbiamo le attività culturali dell’umanità – tra cui rientra anche la filosofia – a una profonda attenzione contemplativa. La cultura presuppone un ambiente circostante in cui sia possibile un’attenzione profonda. L’attenzione profonda viene progressivamente sostituita da una forma di attenzione ben diversa, l’iper-attenzione. Il rapido cambiamento di focus tra compiti, sorgenti d’informazione e processi diversi caratterizza questa attenzione dispersa. Poiché tra l’altro essa ha una tolleranza minima per la noia, ammette poco anche quella noia profonda che pure non sarebbe irrilevante per un processo creativo. Walter Benjaimn definisce questa noia profonda un “uccello incantato, che cova l’uovo dell’esperienza”.
Byung-Chul Han, La società della stanchezza, Nottetempo, 2012, pagg.31-32