Penombra grigia

Correva fuori dal condominio pieno di suoni grigi da depressione, e andava a vagare per viuzze nascoste, dietro una chiesa uguale a quella che frequentava da bambina. Camminare, camminare e basta, non pensare più agli uomini, non pensare più alla polvere. Muovere i piedi per smaltire il groppo che si ha in gola, per dimenticarsi la penombra grigia che ti è venuta anche dentro. Soprattutto dare aria alla pelle impregnata dall’odore di cose scritte, tutte cose insulse come la televisione.

Gianni Celati, Cinema naturale, Feltrinelli, 2003, pag.53.