Caleidoscopio
Il tubo è di cartone decorato e tenerlo in mano dà una sensazione di calore. Al minimo movimento, proviene dall’interno uno scalpiccio di piccole zampe in fuga, un rotolare di granelli. Impegnativo e faticoso guardarci dentro. Perché tenere un occhio chiuso e l’altro aperto e contemporanemente girare il cilindro con le dita non è cosa agevole per un bambino. Le figure non hanno una varietà infinita; di tanto in tanto, disordinatamente, i pezzetti di vetro colorato compongono disegni già noti e l’osservatore sorride tra sé, soddisfatto del riconoscimento. Un gioco sta nel formare una determinata figura tentando di imprimere ai frammenti uno spostamento piuttosto che un altro; oppure ci si abbandona al caso limitandosi a registrare i ritorni di una certa composizione; oppire si spia negli angoli del tubo per capire dove comincia la realtà degli specchi e finisce l’illusione.
Sandra Petrignani, Il catalogo dei giocattoli, BEAT, 2013, pag. 45