Prima di conoscerti, non avevo mai trascorso più di due ore con una ragazza senza annoiarmi e farglielo sentire. Quello che mi appassionava con te, era che tu mi facevi accedere a un altro mondo. I valori che avevano dominato la mia infanzia non vi avevano corso. Quel mondo mi incantava. Potevo evadere entrandoci, senza obblighi né appartenenza. Con te ero altrove, in un luogo estraneo, estraneo a me stesso. Mi offrivi l’accesso a una dimensione d’alterità supplementare – a me che ho sempre rifiutato qualsiasi identità e aggiunto, le une alle ltre, identità di cui nessuna era la mia.
André Gorz, Lettera a D. Storia di un amore, Sellerio, 2008, pagg. 23-24