Non ho mai scritto poesie, ma mi piacciono le filastrocche ed i giochi con le parole, ad esempio gli acrostici. Trovai bellissimo il libro di Ersilia Zamponi I draghi locopei. Imparare l’italiano con i giochi di parole.
Qualche anno fa, alla Scuola Librai di Orvieto, un relatore che ora non ricordo ci accennò ad un nuovo gioco da fare coi titoli dei libri, anzi con i loro dorsi. Qui trovate le istruzioni per l’uso e delle creazioni assolutamente entusiasmanti: http://www.poesiadorsale.it
Ci provai subito anch’io. Questa è la cosa migliore che sono riuscita a fare:
L’esistenza
è stata una vertigine,
mistero doloroso,
piccoli gorghi in fuga.
Ed ecco la foto, perché la poesia dorsale vive in un’immagine più che nella scrittura.
Chissà perchè proprio oggi mi è tornata in mente, insieme alla voglia di cimentarmi di nuovo… non viene anche a voi?
Per la cronaca, la bella pelliccia maculata che si intravede è del gatto Camillo, specialista nel sedersi sui libri della libraia clandestina.
Fichissimo.
Ricorda quel gioco per bambini composto da cubi con una frazione di immagine su ogni lato. Solo che in questo caso i lati sono quasi infiniti.
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E’ un gioco di grande libertà. Le possibilità sono talmente tante… Sul sito che ho linkato nella sezione Gallerie ci sono poesie sorprendenti. La più lunga è fatta con 78 libri, virtuosismo puro!
Se avessi una libreria, o se lavorassi in biblioteca, organizzerei di certo campionati di poesia dorsale!!
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