Si sognava la fine della guerra, per vedere le ragazze coi bei vestiti, aprire un libro molto desiderato, fare un bagno, giocare una partita di pallone; ma queste cose impallidivano di fronte al pensiero che potremmo indurre le nostre famiglie a comprarci mezzo quintale, anche un quintale, di farina gialla , e chili di margarina, o anche di burro; e friggere polenta dalla mattina alla sera e mangiarla con libertà e soprattutto adagio, e poi addormentarsi, e svegliandosi alla mattina ricominciare a friggere e a mangiare.
Luigi Meneghello, I piccoli maestri, Mondadori, 1986, pag. 129
E’ proprio così… anche nei racconti degli anziani che la guerra l’hanno vissuta, l’elemento più ricorrente è il cibo, il desiderio di mangiare in abbondanza e in santa pace.
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