LE MELAGRANE
C’era una volta un uomo che aveva nel frutteto molti melograni. E ogni autunno disponeva i loro frutti su vassoi d’argento fuori della sua casa, e sui vassoi metteva cartelli con sopra scritto: “Prendetene una in dono, sono a vostra disposizione”. Questo fece per molti anni.
Ma la gente passava e nessuno prendeva mai un frutto.
Alfine l’uomo rifletté sulla cosa, e un autunno non offrì le melagrane su vassoi d’argento fuori della sua casa, ma espose un’insegna a grandi caratteri: “Qui abbiamo le melagrane migliori della regione, ma le vendiamo più care di tutte le altre.”
E tutti gli uomini e le donne del vicinato accorsero a comprarle.
Khalil Gibran, Il vagabondo, SE, 2001, pag. 101
Sì, ciò che viene donato per generosità non sembra mai così prezioso come ciò che viene messo in vendita perchè sembra avere così un maggiore valore. Insomma vale più il soldo del cuore!
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Avevo letto un episodio analogo all’inizio di un manuale di tecniche pubblicitarie e di vendita, però “all’occidentale”: una donna che aveva aperto da poco un negozio non riusciva a ingranare e non si spiegava perché, considerando che esponeva la merce scontatissima. Un giorno per sbaglio la sua commessa capì il contrario di quello che la negoziante le aveva detto, e cioè anziché scontare ulteriormente la merce, raddoppiò il prezzo e lo espose in vetrina. Be’, quella stessa bigiotteria che, quasi gratis, tutti avevano sdegnato, ora che costava il doppio (e poi il triplo…) ora andava a ruba. Le persone vedendo il prezzo alto credevano che quelle cose (che a poco costo disprezzavano) avessero valore e che spendere un sacco di soldi per possederle li rendesse persone invidiabili e di prestigio davanti agli altri. In fondo funziona così anche con tanti oggetti di marca…
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Leggendo l’inizio avevo pensato che il primo passante li avesse presi tutti per se. Invece la fine descrive perfettamente quel marketing che fa credere a tanti sciocchi di avere un rango, gusto ed esclusività solo perchè possono comprare beni ad un caro prezzo che non valgono. Spunto interessantissimo!
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Io mi ero fermata ad una interpretazione più psicologica: ciò che viene donato per generosità non sembra mai così prezioso come ciò che viene messo “sul mercato” per suscitare il desiderio. E non sto parlando solo di beni di consumo, ma anche di pensieri e sentimenti… Tu invece la vedi in una luce più socio-economica… interessante…
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Più che “fermata” sei andata alle radici.
Già perchè è evidente che quelle strategie di marketing si basino sulla tua interpretazione psicologica. Il tema è sicuramente da approfondire.
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