Ciò che chiedevo alla lettura era di allargare la mia conoscenza e definire quello che chiamavo il mio “orientamento”. Questo significava avere nuove idee, che avrebbero funzionato come degli utensili o come delle istruzioni: mi avrebbero fatto sentire meno disperato nel mondo, meno abbandonato, meno bambino. Se avessi conosciuto prima le cose, non mi avrebbero più intimidito, sarei stato preparato, come se mi avessero dato una mappa del futuro.
Hanif Kureishi, Il mio orecchio sul suo cuore, Bompiani, 2004, pag. 10