Nos richesses è il titolo originale del romanzo di Kaouther Adimi, nata ad Algeri nel 1986, che ho incontrato casualmente tra le novità esposte in Sala Borsa qualche settimana fa. Malgrado la copertina per me poco attrattiva, non me lo sono fatto sfuggire, incuriosita dal fatto che il libro parlasse di una storica libreria/casa editrice di Algeri. Leggendolo ho scoperto una figura mitica, Edmond Charlot, primo editore di Camus e personaggio di primaria importanza nella storia editoriale francese del secolo scorso (tra l’altro è lui l’inventore della quarta di copertina come la conosciamo oggi).
Nata nel 1936, questa libreria prese il suo nome, Les vraies richesses, da un romanzo di Jean Giono, e fu un luogo unico di cultura e di incontro, frequentata da Camus, Gide e Saint-Exupery. Sulla porta di ingresso accoglieva i lettori la frase: Un uomo che legge ne vale due. L’autrice costruisce il suo libro alternando due racconti: il diario fittizio di Charlot alle prese con le tante difficoltà di gestione della libreria e la cronaca ambientata ai giorni nostri, quando la libreria chiude per fare spazio ad un negozio di ciambelle e per svuotare i locali arriva da Parigi Ryad, ventenne senza qualità, che ben poco conosce della storia di quel luogo. Ci penseranno gli abitanti del quartiere, e l’enigmatica presenza di Abdallah, ultimo custode della libreria diventata dopo la morte di Charlot succursale della biblioteca di Algeri, a chiarirgli un po’ le idee.
Sono grata alla giovane autrice del romanzo, oltre che per la limpidezza del racconto che si legge con piacere, perché mi ha fatto conoscere un personaggio notevole e ha gettato qualche seme di curiosità sulla storia un paese di cui sono ignorantissima. Dopo la visione del bellissimo La battaglia di Algeri forse 30 anni fa, ho scoperto grazie alla Adimi un evento sepolto sotto decenni di oblio da parte dei francesi: la mattanza degli algerini a Parigi il 17 ottobre 1961 (si parla di 200-300 vittime, molte delle quali gettate nella Senna). Consiglio a tutti un approfondimento sul tema, che mi pare molto istruttivo.
La bella notizia è che nella realtà Les vraies richesses esiste ancora. Ma tante piccole grandi librerie continuano a chiudere ogni giorno, e la Adimi ci ricorda perché questo non è un buon segno.