Gotico a bassa voce

Di Shirley Jackson avevo sentito parlare in modo assai vago. L’acquisto di questo libro è stato casuale, o forse no… la copertina mi ha catturato così come l’incipit, e devo dire che la lettura è stata molto soddisfacente.

Mi ero dimenticata delle sensazioni che può dare un romanzo “gotico”, genere da me frequentato il primo anno di Università (quindi più di 35 anni fa!!) nella sua versione classica di fine 700-inizio 800 , così ho affrontato la lettura a cuor leggero, pensando ad una semplice storia di fantasmi, perfetta per il mese di agosto. Lo è, naturalmente, ma, come sempre accade con la narrativa fantastica, il soprannaturale o l’inspiegabile sono meccanismi diabolici di coinvolgimento del lettore, proiezioni dell’inconscio, ragnatele di ambiguità da cui, a volte, non si esce più. Soprattutto se la storia è ben scritta, e questa lo è di sicuro.

La casa del titolo è percorsa da fremiti, presenze, fenomeni che abbiamo già visto in tanti altri racconti, ma il modo in cui la Jackson li fa accadere è notevole: il lettore passa dalla normalità all’incredibile nel giro di una riga e si trova a rabbrividire e delirare insieme a Eleanor, la protagonista predestinata ad esser vittima di Hill House. Estrema economia di mezzi dunque, con risultati potenti: come disse benissimo Stephen King, grande ammiratore della Jackson, quando dedicò un suo romanzo “In ricordo di Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce”.

Il personaggio di Eleanor è strepitosamente raccontato nei suoi tormenti, credo che non lo dimenticherò: una donna che non ha mai vissuto e che resta sola per tutto il romanzo. Leggo che dal libro sono stati tratti ben 2 film e una serie TV. Non ho nessuna intenzione di vederli. Molto difficilmente anche un regista bravo può essere riuscito a mantenere il miracoloso equilibrio del romanzo, e temo molto le derive splatter degli ultimi anni, da cui rifuggo.

Dopo aver terminato la lettura, ho ripreso in mano uno dei saggi studiati all’epoca del corso monografico (allora si chiamavano così… che tenerezza) sul gotico. Si tratta di La letteratura fantastica di Tzvetan Todorov, in cui ritrovo passi davvero interessanti, accuratamente sottolineati a matita dalla studentessa che ero. In primis l’idea che il fantastico stia tutto su quella sottile linea di esitazione tra reale ed immaginario che la Jackson segue alla perfezione. Meriterebbe una rilettura, il grande Todorov…

6 pensieri su “Gotico a bassa voce

  1. Ho letto il libro e in gran partre sono d’accrodo. Rimane un po’ inverosimile che non scappino tutti a gambe levate. della stessa autrice ho torvato molto più bello l’altro testo: Abbiamo sempre vissuto nel castello.

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