L’autunno di Ali Smith

Ho scoperto Ali Smith per caso e per simpatia (lei è scozzese e io amo la Scozia) tra i libri usati della libreria vicino a casa. Lì ho comprato Hotel World, letto d’un fiato, un romanzo a più voci che in certe pagine mi colpiva come una sassata nella nuca (è un complimento, che di libri che non mi lasciano alcuna impressione ce ne sono fin troppi). Di grande impatto la scrittura, emotivamente coinvolgente la storia, indimenticabili i personaggi, tutti femminili. Occorreva una seconda lettura per confermare l’ottima impressione, e così ho scelto Autumn, primo romanzo di un quartetto dedicato alle stagioni.

Impressione confermata, sono lieta di dire, anzi corroborata dalla lettura in inglese, che permette di apprezzare ancora di più una lingua contemporanea, nervosa, tagliente e veloce, mai scontata. E poi c’è una grande capacità di delineare i personaggi, che questa volta sono un centenario che si avvicina alla fine e una trentaduenne precaria sua vicina di casa ed amica. Siamo nei giorni del voto della Brexit, si respira un’aria di disillusione e anche di rabbia; la narrazione va avanti e indietro nel tempo, fissando i momenti focali dell’amicizia tra i due, ricostruendo per accenni la vita di Daniel Gluck, che pur portando un pesante carico esistenziale trasmette a Elisabeth e a noi lettori una meravigliosa, commovente, saggia leggerezza. Alla fine un libro sulla memoria, l’eredità, il dialogo tra le generazioni, forse. Sul tempo che passa, stagione dopo stagione. In ogni caso, è bello sapere che mi aspettano Winter, Spring e Summer.

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