I cambiamenti che abbiamo davnti sono molto più grandi di quelli cui la nostra mente è abituata, più impegnativi di qualsiasi nostra esperienza precedente, più complessi del nostro linguaggio e delle metafore che utilizziamo per orientarci nella realtà. Succede qualcosa di simile quando proviamo a registrare i suoni prodotti da un’eruzione vulcanica. Oltre un certo livello, quasi tutte le apparecchiature non distinguono più i singoli suoni e non registrano altro che un ronzio. Ecco, per molti di noi l’espressione “cambiamenti climatici” è come quel ronzio, rumore bianco. E’ più facile farsi un’opinione su questioni di minore portata, per esempio quando si rompe qualcosa che vale milioni, quando qualcuno spara a un animale o quando un’attività si rivela troppo costosa. Ma quando si tratta di qualcosa di infinitamente grande, di sacro e che oltretutto è il fondamento della nostra esistenza, non abbiamo una reazione proporzionata. E’ come se il cervello non riuscisse a comprenderne le dimensioni.
Andri Snær Magnason, Il tempo e l’acqua, Iperborea, 2020, pagg. 13-14
Questo è un libro davvero interessante, ricco di storie e suggestioni, molto originale nella struttura…
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Ho finito di leggerlo un’ora fa e sono del tutto d’accordo con te. Un libro da diffondere il più possibile, “politico” nel senso più nobile del termine.
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Molto bello, mescola saggistica e racconto biografico, profondo e coinvolgente
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