Sono felice di pubblicare oggi la recensione (spero la prima di una serie) scritta da un amico che ho sempre immaginato come collaboratore ideale di questo blog (che non a caso si chiama libraiclandestini, al plurale…)
La parola quindi al libraio clandestino:
Colson Whitehead, La ferrovia sotterranea, Roma, Sur, 2017 (trad. M. Testa), pp. 376
Pochi libri vi cattureranno nelle loro pagine come questo grande, immenso romanzo alla ricerca della libertà: la vicenda di Cora è selvaggiamente profonda, intima, essenziale, umana…metteteci tutti gli aggettivi che vi aiutano a indicare qualcosa che vi resta dentro per sempre.
La prosa è netta, senza fronzoli, il ritmo battente, come quello di un treno, le mille (milioni?) di vicende come quella di Cora stanno lì nella Storia degli USA (fin dalla loro origine) e del Mediterraneo di oggi, di ora e ci guardano con gli occhi accusatori di tutti e tutte quelle storie di persone che abbiamo ignorato…finora.
Dopo la lettura, prendete fiato e pensate, pensate bene come potete contribuire alla “ferrovia sotterranea” per liberare un nostro simile, per liberarci tutti.
Mai, credo, il raro doppio riconoscimento del National Book Award e del Pulitzer fu più meritato.
Grazie al libraio che me lo ha consigliato.
Confermo: bellissimo, ricevuto per Natale. Un abbraccio dalla Romagna;-)
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ma sei Ilaria di Faenza con cui ho camminato tante volte?
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Oui, c’est moi!
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Mi fa piacere che tu sia passata di qui!!! non appena possibile dobbiamo organizzare una camminata con letture, come una volta… intanto un abbraccio forte
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Un romanzo bellissimo, assolutamente da leggere! Ottima proposta
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